Galleria Provinciale d'Arte Moderna e Contemporanea
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Capone, Vito
(Roma, 1935)

Scatola Magica, 1973

Acrilico su tela, cm 100 x 100
Firmato in basso Vito Capone

Provincia di Foggia

 

Questo acrilico di Vito Capone risale ai primi anni Settanta: L’artista si è liberato dalla corposità della pennellata con la quale negli anni Sessanta imbastiva paesaggi materici o nature morte sensibili alla lezione del Gruppo degli Otto, per avvicinarsi in maniera originale al mondo terso dell’astrazione geometrica. Capone tuttavia supera ben presto questa impostazione per dare volume alle forme geometriche che realizza sulla superficie del quadro. Non più figure piane, ma solidi, a volte fantastici e impossibili, pure illusioni ottiche, come quelle di Escher, ma anche cromaticamente godibili come le composizioni geometriche di Vasarely. E’ il caso di quest’opera, dove il parallelepipedo aperto è costruito secondo regole che esulano dalla razionalità geometrica trovando albergo solo nella creativa dell’artista. La novità di quest’opera è però non tanto nel processo di sostituzione, rispetto all’astrazione geometrica classica, della figura solida a quella piana, e nella riconquista della terza dimensione, bensì nell’inserzione di un altro elemento, quello figurativo. Dalla prigione dell’èsprit de geometrie vengono fuori, quasi forme ectoplasmatiche, figure umane cariche di tensioni. Questo quadro potrebbe anche essere una rappresentazione sacra, una sorta di Resurrezione, di cui ha tutte le caratteristiche.  Dal punto di vista storico esprime bene il modo originale con il quale è stato vissuto in una provincia del Sud, il punto di crisi dell’astrattismo e il passaggio alla “nuova figurazione”, facendo tesoro della lezione di Francis Bacon, ed uno dei punti di snodo della maturazione artistica di Vito Capone, che di lì a poco comincerà l’avventura con i “materiali”. L’opera era conservata presso la Biblioteca provinciale di Foggia. (G.Cris.