Galleria Provinciale d'Arte Moderna e Contemporanea
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Conte, Pino
(Palo del Colle, Bari, 1915 – Colleferro, Roma, 1997)


Giovinetta

Scultura in marmo, Altezza cm 102
Sul retro, in basso, è inciso il nome dell’autore: Pino Conte

Provincia di Foggia

 

 

L’opera, a tutto tondo, rappresenta una giovinetta nuda, a tre quarti di figura, in atteggiamento pudico, con le mani affusolate e stilizzate che si incrociano poco sotto l’arco del pube. Il gesto di nascondere le nudità, ma anche di raccogliere e fermare sulle cosce un velo di indumento intimo, incurva leggermente la figura e spinge in avanti tra le braccia i seni appena sbocciati. La testa è invece alta, leggermente volta a sinistra, e guarda con sereno pudore un supposto osservatore. I capelli, divisi(scriminati) a metà e sciolti, scivolano sugli omeri e vi si confondono in un disegno armonioso. Il blocco marmoreo, estremamente levigato, restituisce una figura femminile suggestiva e carica di poesia, secondo i consueti stilemi di Pino Conte. L’artista, infatti, non aggredisce mai la materia, ma preferisce farla vibrare con pochi tocchi che danno un ritmo chiaroscurale delicato e continuo da cui traluce un’elevata spiritualità. Se il braccio destro della giovinetta si alzasse per coprire il seno, avremmo l’iconografia stilizzata e moderna di una Venere classica.
I lineamenti del volto di questo lavoro, sfuggenti e appena rilevati sull’ovale, richiamano la Testa di giovinetta bronzea di Pino Conte conservata presso l‘ITC “P.Giannone” di Foggia (v. G. Cristino, La raccolta di dipinti, disegni e sculture dell’ITC “Pietro Giannone” – Analisi delle opere, in L’ITC Pietro Giannone e la sua Galleria d’arte”, Foggia, Il Rosone, 2002, p.), mentre il motivo delle mani che s’incrociano rievoca le braccia incrociate sul petto di un’altra famosa statua di Pino Conte, “Purezza”, un bronzo del 1959. Queste somiglianze stilistiche e tematiche ci fanno argomentare che l’opera di proprietà della Provincia di Foggia va ascritta allo stesso periodo, fine anni Cinquanta, prima cioè della svolta dell’artista verso una figurazione più drammatica e fortemente lacerata, alla Giacometti cioè, in cui non c’è più spazio per la levigatezza delle forme e le atmosfere sospese tra sogno e realtà espresse dalla nostra “Giovinetta”. (G.Cris.)

Bibliografia:
V.Marchesiello, Il patrimonio artistico della Provincia di Foggia, Foggia, Provincia, 1997